Cei Covid19 Liturgia

Cei. Celebrazione dei sacramenti in tempo di emergenza

Suggerimenti della Cei per la celebrazione dei sacramenti in tempo di emergenza Covid-19

I suggerimenti proposti si armonizzano con la tradizione della Chiesa per cui, se non sussistono le condizioni per poter amministrare il sacramento, supplet Ecclesia, affidandosi al votum sacramenti, come del resto il “battesimo di desiderio” insegna.

Nello stesso tempo, la storia della Chiesa testimonia che, in situazioni estreme di guerra o di epidemia, i sacerdoti non sempre hanno potuto avvicinarsi ai fedeli che necessitavano di ricevere i sacramenti indefettibili, ma tutte le volte che è stato possibile lo hanno fatto con gli accorgimenti e le dotazioni che avevano a disposizione.

Lo scopo di questa nota, diretta ai sacerdoti impegnati nel servizio pastorale al di fuori dei presidi ospedalieri e degli istituti di ricovero e cura, è duplice: assicurare ai fedeli che ricevono i sacramenti una adeguata protezione dal possibile contagio virale; prevenire una eventuale infezione del ministro del sacramento.

***

I suggerimenti sotto riportati costituiscono un aiuto pratico per vivere il ministero ordinato con opportuno zelo nel servizio ai fedeli e con senso di responsabilità verso di loro e verso se stessi, nella certezza di compiere i gesti sacramentali nelle modalità rituali che le circostanze straordinarie consentono.

Tutto questo, fermo restando:

‒ le direttive pastorali, ai sensi del diritto canonico, emanate dai singoli Ordinari diocesani, che prevedono limitazioni nella celebrazione dei sacramenti nelle chiese aperte ai fedeli e tengono conto dei decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle norme regionali e locali promulgate dalle autorità civili;

‒ la valutazione iuxta casus, con discernimento prudenziale delle necessità spirituali dei fedeli e della opportunità pastorale, del sussistere di uno stato di grave necessità pro bono animae che raccomandi l’indifferibilità dell’amministrazione del sacramento;

‒ le opportune consultazioni dei ministri diocesani e religiosi con il superiore responsabile della realtà pastorale del luogo.

  1. Celebrazione della S. Messa senza concorso di popolo

Nelle sagrestie si curi con particolare attenzione l’igiene ambientale e la conservazione delle ostie e del vino destinati alla consacrazione. Il corporale, la palla e i purificatoi siano cambiati e lavati frequentemente. Siano provveda a dotarsi di un dispensatore di sapone liquido o di soluzione alcoolica e degli asciugamani di carta monouso per la detergenza delle mani prima dell’inizio della S. Messa.

  1. Amministrazione del Battesimo

a. Nelle circostanze in cui l’amministrazione del Battesimo non può essere differita in data successiva alla cessazione dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini con malattie che li espongono a pericolo per la loro vita), questa avvenga secondo la modalità in uso nel rito romano.

b. Si tenga conto delle seguenti indicazioni:

‒ Il ministro mantenga una opportuna distanza dal battezzando e dai genitori e padrini;

‒ Per le unzioni con l’olio dei catecumeni ed il sacro crisma, il ministro indossi guanti monouso in vinile o nitrile;

‒ Si omettano il segno della croce sulla fronte del bambino nei riti di accoglienza e il rito dell’effatà in quelli esplicativi;

‒ In casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri la possibilità del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei bambini, ed. it. 1979, Cap. III).

  1. Amministrazione del sacramento della Riconciliazione

a. Qualora sia amministrato nei luoghi di culto avvenga in luoghi ampi ed areati. Nell’ascolto delle confessioni si mantenga la distanza tra il ministro e il penitente di almeno un metro, chiedendo agli altri fedeli presenti in chiesa di allontanarsi per garantire la dovuta riservatezza. A protezione del penitente e propria, il sacerdote indossi una mascherina protettiva idonea.
b. Per la confessione auricolare nella casa di un ammalato o di persona anziana il sacerdote assuma le medesime precauzioni indicate per la Riconciliazione nei luoghi di culto, mantenendo la necessaria distanza dal penitente. Si eviti di stringere la mano prima di congedarsi dal penitente e per salutare i familiari o altre persone presenti nella casa.
c. Anche in questo caso, a protezione dell’ammalato o dell’anziano e propria, il sacerdote indossi una mascherina protettiva idonea.

  1. Il Viatico al capezzale del morente

a. Per quanto possibile, il Viatico – sino al termine dell’emergenza sanitaria – sia portato nella residenza del morente dal ministro ordinato e non da quello straordinario.

b. Si assumano le medesime precauzioni di cui ai punti 3b e 3c, avendo cura di non toccare la bocca del malato mentre viene fatta assumere la particola consacrata o un frammento di essa.

c. Il sacerdote – prima di comunicare il malato e, di nuovo, prima di uscire dalla casa dove ha portato il Viatico – deterga le mani con acqua saponata o soluzione alcoolica e le asciughi con carta monouso (portarli con sé recandosi nelle case dei malati).

  1. L’Unzione degli infermi

a. Il ministro che si reca presso il domicilio di un ammalato che ha richiesto l’Unzione degli infermi porti con sé un paio di guanti monouso in vinile o nitrile.

b. Nell’amministrare la sacra Unzione, si assumano le medesime precauzioni di cui ai punti 3b, 3c e 4c.

c. Prima di iniziare il rito, il ministro indossi i guanti e attinga all’olio con il pollice, avendo cura successivamente di non toccare con le dita scoperte la superficie del guanto.

  1. Visite domiciliari agli infermi (in caso di cogente necessità)

a. I ministri che desiderano ricevere ulteriori indicazioni sulle precauzioni sanitarie da adottare nella visita domiciliare agli infermi e sui dispositivi di protezione personale possono utilmente contattare un medico o altro personale sanitario.

b. Il medico, l’infermiere o altra persona che si prende cura dell’infermo può essere presente durante l’amministrazione del sacramento, fatte salve le necessarie prudenze sanitarie e la dovuta riservatezza.

 

Segreteria Generale della CEI

 

Roma, 17 marzo 2020

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