Conseguente all’emergenza da pandemia, si stanno mostrando i primi segnali di una crisi sociale che rischia di compromettere la sicurezza di vita di larghe fasce della popolazione e di far cadere nell’indigenza la parte più debole della nostra società. La Chiesa è provocata dalla presente situazione a esprimere nel modo più ampio la sua missione di annuncio della Parola di Dio, di preghiera e di servizio della carità. Abbiamo più volte affermato di sentire una responsabilità enorme di prossimità al Paese, mettendo in opera, come ha detto il Papa, la “creatività dell’amore”.
Per tale ragione, l’Arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, sentito il Collegio dei Consultori, ha costituito il Fondo Diocesano di Solidarietà – Emergenza 2020, con lo scopo di contribuire a far fronte alle conseguenze economiche e sociali provocate dalla crisi sanitaria, sostenendo le persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, gli enti e associazioni che operano al superamento dell’emergenza, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà, a partire dalle parrocchie.
Alla dotazione del Fondo contribuiscono anzitutto le somme destinate alla nostra Arcidiocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana per far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19. Si tratta di risorse prelevate dalla quota dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica. Il Fondo è aperto a singoli, parrocchie, istituzioni, associazioni, organismi di ogni genere. Tutti sono invitati a versare liberamente il proprio dono nel Fondo, esprimendo in modo concreto valori di gratuità, solidarietà e condivisione. All’incremento del Fondo partecipano a titolo particolare i sacerdoti diocesani che, uniti fra loro e solleciti del bene di tutta la diocesi, sono chiamati ad usare i beni materiali per venire «in generoso soccorso delle necessità materiali della diocesi, secondo le disposizioni del Vescovo e in misura delle loro possibilità» (CD 28).
Attraverso il Fondo Diocesano di Solidarietà il richiamo alla fraternità diventa concreto, così come l’invito a «portate i pesi gli uni degli altri» (Gal 6, 2). La possibile sproporzione tra le nostre possibilità d’aiuto e la smisuratezza del bisogno non può scoraggiarci. Il cristiano «sa che Dio è amore (cfr 1 Gv 4, 8) e si rende presente proprio nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare» (Deus caritas est, n. 31c).
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