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Messaggio dell’Arcivescovo per la Quaresima 2019

Carissimi fratelli e sorelle,

all’inizio del cammino quaresimale che ci porterà a vivere la Santa Pasqua il prossimo 21 aprile, desidero in primo luogo invitarvi a leggere il Messaggio quaresimale che Papa Francesco ha rivolto a tutta la Chiesa, dedicato al tema: “L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8,19). È un invito a guardare al mistero della salvezza che Cristo ci ha portato come ad un “processo dinamico che include anche la storia e tutto il creato […]. Il nostro diventare conformi a Cristo […] vivere da figli di Dio […] fa del bene al creato”. Al contrario, continua il Papa, con il peccato “mettiamo in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature ma anche verso noi stessi […]. Il peccato, fin dal suo apparire in mezzo agli uomini, ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con il creato, al quale siamo legati anzitutto attraverso il nostro corpo […]. Il cammino verso la Pasqua ci chiama a restaurare il nostro volto e il nostro cuore di cristiani […] e a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella nostra vita personale, famigliare e sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina”.
Digiuno, elemosina e preghiera sono da sempre tre riferimenti fondamentali per ogni cammino di conversione, a livello personale e a livello comunitario ecclesiale.
Come diocesi siamo invitati a vivere con particolare attenzione e solennità la Giornata della Bibbia, la prima domenica di Quaresima. Questa iniziativa, suggerita già gli scorsi anni da Papa Francesco, ci aiuterà in modo speciale per la preghiera: vivere anzitutto una preghiera fatta di ascolto della Parola di Dio, di silenzio, limitando le preghiere fatte di parole umane cercando di pregare con le parole dei salmi. Vivremo anche insieme la Giornata della Caritas, la terza domenica di Quaresima, occasione preziosa per condividere i frutti del nostro digiuno destinati all’elemosina, parola che letteralmente significa misericordia.
Leggendo il messaggio del Papa e pensando al nostro impegno diocesano verso le famiglie e verso i giovani, rivolgo a me e a tutti un invito particolare a vivere il cammino quaresimale verso la Pasqua come un cammino verso l’Amore: anzitutto l’Amore che Dio ha per noi. È la prima grande scoperta da fare, e non una volta sola, nella nostra vita. Vorrei riascoltare con voi alcune parole di Santa Teresa di Calcutta, per tutti Madre Teresa: “Gesù vuole che io vi dica quanto grande è l’Amore che egli ha per ciascuno di voi, al di là di quanto possiate immaginare. Non solo vi ama, molto di più: Lui ha un desiderio ardente di voi. Sente la vostra mancanza quando non vi avvicinate. Ha sete di voi”. Abbiamo bisogno di convertirci all’Amore, riscoprire le vie dell’Amore e diventare capaci di ricostruire rapporti di Amore, con Dio e con ogni fratello e sorella.
Non è questa la sede per una riflessione approfondita, mi limito ad alcuni accenni. D’altra parte non mancano i testi che ci possono aiutare: ricordo in particolare l’enciclica Deus Caritas Est di Papa Benedetto XVI. Vorrei limitarmi ad alcuni riferimenti e ad alcune domande. Se accettiamo di interrogarci sulla parola Amore siamo già sulla buona strada.
Amore è una parola troppo importante e troppo abusata. Quale il suo vero significato? Dove la sua sorgente? La prima Lettera di Giovanni ci dice che Amore (Agape, in greco) è l’identità di Dio: Dio è Amore (1Gv 4,8). Sorge subito una grande domanda: come ama Dio?
Dio Amore viene in noi con il dono dello Spirito Santo e Paolo (Gal.5,22) ci presenta il frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Amore è un vero progetto di vita, è il progetto originario di Dio per l’uomo e per il mondo. Chi ha rovinato questo progetto? Papa Francesco ci invita a considerare un aspetto del peccato spesso ignorato: esso mette in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo, le altre creature e noi stessi; raffredda o interrompe la comunione con Dio , con gli altri e con il creato.
Conversione dunque è rimettersi in cammino verso l’amore o verso un amore più pieno. Significa riesaminare i nostri rapporti non solo con Dio ma anche con le persone e le cose, memori della parola di Giovanni: “chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20).
Nel nostro esame di coscienza diventa importante rivedere i nostri rapporti umani alla luce di Dio Amore e del suo modo di amare. Rapporti in famiglia, amicizie, vita affettiva, luoghi di studio e di lavoro, incontri casuali, nemici da amare, persone da perdonare, ecc. Nel sacramento della Riconciliazione siamo chiamati a riconoscere le mancanze di amore, i gesti sbagliati fatti passare per gesti di amore o scambiati per gesti di amore.
Per amare concretamente, al di là delle emozioni, occorre rispettare alcune condizioni.
Preghiera e discernimento, per imparare dalla persona di Gesù come si ama.
Umiltà, per metterci di fronte a Dio e agli altri nella verità della nostra condizione di creature, peccatori perdonati, amati da Dio ben oltre quanto potremmo meritare.
Libertà, dalle diverse forme di dipendenze da persone e cose, che ci portano a ripiegarci su noi stessi e ci rendono incapaci di vivere donando.
In questa prospettiva possiamo riscoprire il vero senso della parola castità, quella di chi vive nel Matrimonio e quella che riguarda ogni altra persona: ci educa a vivere nella “purezza”, cioè purificati da ogni egocentrismo egoistico, la dimensione affettivo-sessuale della nostra vita entro il progetto di Dio, che riguarda la persona umana uomo e donna, il corpo, la bellezza delle emozioni e delle energie sessuali, dono suo affidato alla nostra responsabilità.

Signore Gesù, insegnaci ad amare. Tu che hai detto ai tuoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12), accompagnaci lungo la strada della Quaresima, sii accanto a noi e aiutaci a comprendere la tua Parola; donaci un cuore ardente come ai discepoli che camminavano verso Emmaus mentre tu spiegavi loro le Scritture; guarisci e libera il nostro cuore da ogni delusione e tristezza; resta con noi quando si fa sera, perché si aprano i nostri occhi mentre tu ci doni il Pane spezzato e sappiamo riconoscerti quando ci chiami per nome, uno per uno, come hai chiamato Maria di Magdala che piangeva davanti alla tomba vuota. Nessuno mai l’aveva chiamata con tanto amore. Nessuno ci conosce e ci ama come sai fare tu. Accoglici alla tua scuola perché impariamo a conoscere e a vivere l’Amore che non delude e non ci abbandona mai. Amen.

Cagliari, 6 Marzo 2019
Mercoledì delle Ceneri.

+ Arrigo Miglio
Arcivescovo di Cagliari

 

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