Giovedì 1 giugno, alle ore 16.00, nei locali della Curia diocesana di Cagliari (via mons. Cogoni, 9, Cagliari) ci sarà la firma del Protocollo d’intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna e l’Arcidiocesi di Cagliari, per la realizzazione di attività di alternanza scuola lavoro.
Saranno presenti: dottor Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna e monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari.
Lo scopo del Protocollo d’intesa è quello di promuovere le attività di alternanza scuola lavoro presso le strutture del mondo ecclesiale, come ad esempio Enti Ecclesiastici, Istituzioni Culturali, Oratori, Associazioni di volontariato e Movimenti ecclesiali, Enti educativi, Fondazioni Onlus diocesane, Comunità religiose.
L’alternanza scuola lavoro come metodologia didattica è entrata all’interno degli ordinamenti scolastici del secondo ciclo con la Legge n. 53 del 28 marzo 2003 che ha previsto la possibilità di svolgere dei percorsi formativi «attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive associazioni di rappresentanza o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti pubblici e privati ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro» (art. 4).
Il processo di riforma scolastica con la Legge n. 107 del 13 luglio 2015, cosiddetta de “La Buona Scuola”, ha voluto promuovere la metodologia dell’alternanza scuola lavoro, prevedendo la sua attuazione «negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio», e che i suoi percorsi vengano «inseriti nei piani triennali dell’offerta formativa» (art. 1, comma 33).
Le finalità essenziali dell’alternanza scuola lavoro, portate avanti anche attraverso i percorsi realizzati presso le strutture ecclesiali, sono le seguenti:
- realizzare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo d’istruzione, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica;
- arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’ulteriore acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro;
- favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi, gli stili di apprendimento individuali;
- realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva nei processi formativi dei vari soggetti coinvolti;
- correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.