Caritas

Linee guida della Caritas diocesana per accoglienza profughi

caritas logoARCIDIOCESI DI CAGLIARI
Caritas Diocesana
c/o Curia Arcivescovile
Via Mons.
Cogoni, 9
09121 Cagliari
Tel-Fax 070/52843238

 

 

Cagliari, 13 ottobre 2015

Gentilissimi Parroci
e responsabili delle comunità religiose
della Diocesi di Cagliari

Oggetto: linee guida accoglienza profughi nelle parrocchie, comunità religiose e famiglie

 

Carissimi,

nell’Anno Santo della misericordia, alla luce di un fenomeno straordinario di migrazioni forzate che, via mare e via terra, sta attraversando il mondo e interessando i paesi europei, Papa Francesco chiede alle parrocchie, agli istituti religiosi, ai monasteri, ai santuari, il gesto concreto dell’accoglienza di “coloro che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita”. Questo gesto testimonia come sia “determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia” (Misericordiae vultus, n. 12).

Un appello accolto pienamente anche dal nostro Arcivescovo, Mons. Arrigo Miglio: che – in un messaggio pubblicato su Il Portico e sul sito della Diocesi lo scorso 7 settembre – si è rivolto a tutte le parrocchie e comunità religiose della Diocesi: “L’appello di Papa Francesco è molto chiaro e concreto. Non possiamo limitarci a elencare quanto abbiamo già operato e stiamo portando avanti come comunità cristiana, ma siamo invitati a guardare con coraggio a quanto rimane da realizzare. Il Papa ci chiede di fare qualcosa in più rispetto a quanto compiuto finora: nessuno di noi può dire ‘abbiamo già fatto’, ‘abbiamo già dato’ (…) e nessuno può pensare che basti delegare alla Caritas l’accoglienza di una folla di poveri e disperati che si fa sempre più grande”.

Lo stesso Arcivescovo ha chiesto alla Caritas diocesana “uno sforzo ulteriore per essere a servizio di questo nuovo impegno, curando anzitutto l’organizzazione indispensabile per un’accoglienza dignitosa e ordinata”, invitando ogni parrocchia e ogni comunità religiosa “a prevedere lo spazio adeguato per accogliere in modo essenziale e dignitoso una famiglia di profughi, e a comunicare alla Caritas diocesana la propria disponibilità, non appena lo spazio previsto sia pronto per l’accoglienza”.

NOTE ORGANIZZATIVE

Alla luce del vademecum approvato dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana (CEI), svoltosi dal 30 settembre al 2 ottobre scorso, il percorso di accoglienza sarà caratterizzato da alcuni momenti, promossi dalla Caritas diocesana, destinati a coloro che hanno già aderito e che aderiranno all’accoglienza, incentrati su:
informazione: per conoscere chi è in cammino e arriva nei nostri territori
formazione: per preparare chi accoglie, con strumenti adeguati (lettere, incontri, iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento delle realtà territoriali)

Le modalità di accoglienza, animate e coordinate dalla Caritas diocesana, saranno le seguenti:

1. Messa a disposizione da parte delle parrocchie, delle famiglie e degli enti religiosi di una struttura/abitazione (con certificazioni di abitabilità e agibilità) destinata all’ ospitalità di profughi secondo le modalità operative dei CAS (Centri di accoglienza straordinari) o dello SPRAR (Servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati) e gestite dalla Caritas diocesana (attraverso il suo braccio operativo, la Fondazione San Saturnino) o da eventuali cooperative identificate dalla stessa Caritas diocesana

2. Ospitalità in una struttura/abitazione (con abitabilità e agibilità) messa a disposizione da parrocchie, comunità religiose o da famiglie a profughi che abbiano concluso il percorso di accoglienza istituzionale previsto dal Governo; in questo caso, le parrocchie, le comunità religiose e le famiglie sono chiamate a garantire, attraverso un tutor identificato con l’aiuto della Caritas diocesana, l’accoglienza e percorsi di inclusione sociale e integrazione

3. adesione delle famiglie, delle parrocchie, degli enti religiosi al progetto nazionale ‘Rifugiato a casa mia’, promosso da Caritas Italiana; i profughi potranno essere accolti all’interno di nuclei familiari o in strutture parrocchiali (anche in quest’ultimo caso i beneficiari saranno seguiti da famiglie tutor della comunità). Le famiglie, che avranno un ruolo centrale, concepite come luogo fisico e, allo stesso tempo, come sistema di relazioni in grado di supportare il processo di inclusione dei profughi, saranno individuate e accompagnate dalla Caritas diocesana di Cagliari che garantirà un’azione di monitoraggio costante delle accoglienze, finalizzate alla promozione di percorsi di autonomia dei destinatari.

Data l’importanza dell’iniziativa, la Caritas diocesana sollecita la disponibilità da parte delle parrocchie ad accogliere i profughi e a sensibilizzare i propri parrocchiani a dare disponibilità, a loro volta, ad accogliere i nostri fratelli profughi. Per tutte le modalità di accoglienza, la Caritas diocesana si impegna a garantire il supporto giuridico e l’accompagnamento.

I progetti di accoglienza avranno una durata di sei mesi, rinnovabili.

Per dare la propria disponibilità e per ulteriori informazioni, i contatti di riferimento sono: caritas.notizie@gmail.com; tel./ fax: 070/52843238.

Inoltre, la Caritas diocesana invita coloro che hanno già aderito e che intendono aderire all’iniziativa, a partecipare all’incontro sull’accoglienza che si svolgerà giovedì 22 ottobre 2015 alle ore 16 in Curia (via Mons. Cogoni 9)

Confidando nella vostra disponibilità, invio fraterni saluti

Il direttore della Caritas diocesana
don Marco Lai

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