I profughi arrivati in Sardegna «vogliono andare via dall’Italia. C’è un errore di fondo: mandare in Sardegna persone che non vogliono restare neanche in Italia». Lo ha detto, il direttore della Caritas di Cagliari, don Marco Lai, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito alla protesta dei profughi eritrei, somali e siriani, arrivati a Cagliari nei giorni scorsi, che chiedono di poter lasciare l’isola per raggiungere la Germania e altri paesi del Nord Europa.
«Ci sono delle nazionalità – ha spiegato don Lai – che vengono salvate a mare che non vogliano stare non solo in Sardegna ma neanche in Italia. Del resto noi siamo un’isola e siamo quasi uno Stato estero: ci manca la continuità territoriale. Per cui i salvati a mare, eritrei, somali e siriani che arrivano in Sardegna non avendo intenzione neanche di restare in Italia non si fanno fotosegnalare. Questo comporta che privi d’identificazione non possono salire su aerei e navi. Sono prigionieri dentro un’isola».
«La protesta dei profughi – ha aggiunto don Lai – sta nel fatto che vorrebbero lasciare l’isola ma per Dublino 1 e motivi di sicurezza se non si fanno fotosegnalare non possono partire. Le loro paure derivano dal fatto che Dublino 1 dice che chi viene accolto in uno Stato europeo, lì deve essere identificato e sostare».
«Il nostro ruolo – ha concluso il direttore della Caritas di Cagliari – è di mediazione tra le istituzioni e gli immigrati. Offriamo loro i beni di prima necessità. In questo momento siamo a buon punto, credo che le istituzioni stiano trovando delle soluzioni. Speriamo di trovare loro un tetto in attesa di poter partire».